Liberamente adattato da snapitaly.it – articolo originale di Chiara Rocca
La tradizione italiana preveder per il Natale l’allestimento della scena della natività, detto più comunemente il presepe (o presepio).
Vediamo insieme storia, curiosità e racconti sul presepe napoletano.
Il Natale è alle porte e tra qualche giorno le decorazioni usciranno dai nostri ripostigli. Come ogni anno, torneranno a prendere vita per un breve periodo, portando un po’ di calore nelle fredde case invernali.
Oltre al classico albero con le luci e le decorazioni più disparate (un simbolo di tradizione gallico-celtica), tra i simboli per eccellenza del Natale italiano c’è sicuramente il presepe. Si tratta di una rappresentazione della nascita di Gesù che ha avuto origine da tradizioni medievali e che si è poi diffusa in tutti i paesi cattolici del mondo.
Nel corso del tempo ne sono state realizzate diverse varianti, ciascuna più o meno caratteristica per ogni regione ma la vera patria del presepe italiano è la città di Napoli.
La Storia
Il presepe napoletano, detto “o’ Presebbio”, è una vera e propria tradizione, tramandata di generazione in generazione. Oltre ad essere un simbolo religioso, è un inno all’artigianalità del capoluogo campano. Per questo motivo è amato anche dalle famiglie poco osservanti o addirittura laiche. Il presepe napoletano è infatti il luogo dove sacro e profano, spiritualità e vita quotidiana si incontrano e si fondono.
Il termine “presepe” deriva dal latino praesepe o praesepium che significa mangiatoia.
Il primo riferimento documentario di un presepe napoletano risale al 1025, e raffigura la classica scena cristiana della Natività, con il bambino nella mangiatoia, la Vergine Maria, San Giuseppe, l’asinello e il bue. Solo nel 1600 il presepe napoletano comincia ad arricchirsi, introducendo anche scene di vita quotidiana. Appaiono quindi le statuette delle popolane, i pastori, i venditori di frutta e verdura. Questa novità piace agli artigiani locali che danno vita a figure di vario tipo. Il presepe napoletano vive il suo periodo d’oro nel 1700. Questo è quindi il modello sul cui si andarono poi, negli anni successivi, ad inserire ulteriori novità.
La Costruzione
Costruire il presepe napoletano è un vero e proprio rito.
Solitamente, i napoletani cominciano l’8 dicembre, tirando fuori dal ripostiglio la base di sughero o di cartone.
Insieme alla famiglia si discute l’eventuale ampliamento dell’anno.
Il presepe napoletano può essere realizzato in alcuni giorni o anche in tutto il periodo natalizio. L’importante è non inserire il bambin Gesù prima dello scoccare della mezzanotte di Natale.
Ma dove si vanno a cercare i nuovi pezzi? Ovviamente nel quartiere di San Gregorio Armeno, la via dei presepi napoletani per eccellenza.
San Gregorio Armeno
E’ una celebre strada degli artigiani specializzati nella costruzione dei pezzi per il presepe napoletano, famosa in tutto il mondo. La strada, così come le botteghe, possono essere visitate tutto l’anno, trovando anche gli artigiani a lavoro.
Qui si può trovare di tutto per il presepe: dalle casette di sughero, di cartone in varie dimensioni, agli oggetti meccanici come mulini a vento o le cascate, dalle statuine dei pastori in terracotta dipinti a mano, a quelli alti 30 cm con abiti in tessuto cuciti su misura. Ci sono anche i pastori venditori di frutta, di pesce, il macellaio e l’acquaiola. Ci sono il pizzaiolo che inforna la pizza, i classici Re Magi, la Sacra Famiglia.
Accanto a queste figure, troviamo poi l’espressione dell’ironia napoletana. A partire dal Novecento gli artigiani hanno preso l’abitudine di abbellire il presepe napoletano con luoghi e personaggi legati alla contemporaneità.
I presepi napoletani più famosi
Il presepe napoletano è anche un’espressione di arte.
Per questo motivo ce ne sono alcuni di una bellezza straordinaria, parte della nostra storia. Tra questi, c’è il famoso Presepe Cuciniello, nel Museo di San Martino, e il Presepe del Banco di Napoli, più conosciuto come “Il presepe del Re” conservato al Palazzo Reale di Napoli.
Il primo è stato realizzato utilizzando i personaggi dei pastori donati dall’architetto Michele Cuciniello, che li aveva ereditati dal padre. In questo presepe i pastori sono stati realizzati dai maggiori artisti del ‘700.
Il secondo presepe invece comprende 210 figurine di pastori e 144 accessori vari, provenienti da presepi smontati e in larga parte venduti o dispersi agli inizi dell’Ottocento. La maggior parte dei pastori risalgono al Settecento e molti sono opera di grandi scultori napoletani. La scena è ricca di personaggi, situazioni e particolari della realtà quotidiana dell’epoca. La scenografia è quella che caratterizza il presepe napoletano, con la Sacra Famiglia posta sul classico scoglio di fronte ai resti di un tempio pagano, la Taverna e il ricco insieme di personaggi presi dai racconti biblici (come i Re Magi) o dalla tradizione popolare napoletana (come gli zampognari, i mercanti, il panettiere o il maniscalco).
Infine, in tutto il mondo, sono conservati ed esposti antichi esempi di presepe napoletano: c’è quello del Museo nazionale bavarese di Monaco di Baviera, quello del Museo di Arte sacra di San Paolo del Brasile, quello del Metropolitan Museum di New York e quello del Museo di Belle Arti di Rouen.