[articolo originale da The Yellow Gloves, febbraio 2018]
di Massimiliano Lorenzon
Figlia di immigrati scozzesi e di apparente statura standard, Anna Haining Swan nacque in Canada nel 1846 con un peso di 8 chili. Crebbe velocemente in altezza e, ben presto, insieme alla statura, crebbe l’interesse e la curiosità nei suoi confronti. La voce della presenza di una gigantessa arrivò, portata da un canadese, alle orecchie dell’impresario milionario Phineas Taylor Barnum che decise di esibirla nel suo American Museum di New York, mostra di curiosità e bizzarrie umane (e non solo, visto che c’erano anche statue di cera, acquari, dipinti, animali vivi e animali imbalsamati).
All’inizio la famiglia rifiutò, salvo accettare quando Barnum, nel 1862, garantì alla giovane uno stipendio di 1000 dollari al mese, promettendole un insegnante privato per tre ore al giorno per tre anni. La giovane aveva anche un discreto talento artistico, così il maestro le insegnò, oltre alle discipline abituali, anche canto e pianoforte.
IL SUCCESSO. Anna divenne una delle maggiori attrazioni del museo: migliaia di persone pagavano quotidianamente per vedere “la donna più alta del mondo”. Nel 1863 Barnum portò la gigantessa – ormai cresciuta fino ai due metri e 35 centimetri – in tour per l’Europa e, una volta in Inghilterra, fu presentata alla regina Vittoria.
Tornata a New York, il 13 luglio 1865 un incendio divampò nel museo. La situazione era drammatica: Anna si trovava al terzo piano, le scale erano in fiamme e lei era troppo grande per saltare dalla finestra. La ragazza svenne per il fumo o per la paura, ma fu salvata da diciotto pompieri, che sfondarono il muro del terzo piano con una gru e portarono a terra Anna grazie ad un paranco, un apparecchio per il sollevamento di carichi costituito da un sistema di carrucole.
MATRIMONIO E VITA PRIVATA. Nel 1871 la gigantessa partì per un nuovo tour in Europa, nel corso del quale conobbe il collega gigante Martin Van Buren, di 20 centimetri più basso. Si innamorarono e si sposarono lo stesso anno. Dopo aver girato il vecchio continente sotto lo slogan della “coppia più alta del mondo”, tornarono in Nord America nel 1874, dove si ritirarono in una fattoria nell’Ohio. La coppia ebbe una figlia, morta alla nascita (di 68,6 centimetri), e un figlio, deceduto poche ore dopo il parto (di 71,1 centimetri). Anna, stanca e triste per le vicende familiari, morì nel 1888 a causa di un collasso cardiaco, lasciando in eredità a parenti prossimi (i genitori e i sei fratelli) un patrimonio di 8.500 dollari.